Immagine realizzata con Perplexity
Di Ettore Majorana, fisico teorico appartenente al gruppo dei “Ragazzi di via Panisperna” fondato da Enrico Fermi, si conoscono solo la data di nascita, non quella di morte. Le biografie più documentate rivelano un mistero irrisolto: la sua scomparsa nel marzo 1938, quando le ultime tracce lo collocano su un piroscafo postale da Palermo a Napoli.
Approfittando di questo vuoto informativo, l’imprenditore Rolando Pellizza dichiarò di aver incontrato Majorana in un eremo vent’anni dopo la sparizione. Pellizza affermò di aver costruito su indicazioni di Majorana un dispositivo capace di produrre energia infinita, annichilire la materia, trasformare elementi (come gommapiuma in oro) e ringiovanire esseri viventi. Tuttavia, non esistono prove scientifiche né dell’incontro né dell’esistenza della macchina.
Il 22 ottobre scorso, nella sala “Caduti di Nassiriya” del Senato della Repubblica italiana, si è svolta una conferenza stampa dedicata a questa presunta macchina di Majorana, durante la quale è stato lanciato un appello alle istituzioni per costruire il dispositivo.
Il fatto che questa storia abbia trovato spazio in una sede istituzionale di tale rilevanza ha provocato reazioni molto critiche, sia nel mondo scientifico sia tra le organizzazioni di divulgazione come il CICAP.
Purtroppo, situazioni come questa alimentano fenomeni di pseudoscienza: teorie, pratiche o metodi che si presentano come scientifici ma non soddisfano criteri fondamentali come verificabilità, replicabilità, falsificabilità e revisione tra pari.
In un’infosfera sempre più invasa da fake news, manipolazioni e bias, l’istruzione superiore assume un ruolo cruciale nel formare cittadini consapevoli, capaci di riconoscere le distorsioni informative, valutare criticamente le fonti e distinguere ciò che è scientificamente fondato da ciò che non lo è.
Marco Sanavio, direttore #Cubelive
“Al mondo ci sono varie categorie di scienziati; gente di secondo e terzo rango, che fan del loro meglio ma non vanno molto lontano.
C’è anche gente di primo rango, che arriva a scoperte di grande importanza, fondamentali per lo sviluppo della scienza.
Ma poi ci sono i geni, come Galileo e Newton. Ebbene, Ettore era uno di quelli.”
(Enrico Fermi)