IUSVE e Opera Aperta: l’esperienza formativa alla Biennale di architettura 2025

“Opera Aperta”, il Padiglione della Santa Sede alla Biennale di Architettura di Venezia 2025, ospitato nel Complesso di Santa Maria Ausiliatrice nel sestiere di Castello, concluderà il percorso tracciato tra arte, dimensione comunitaria e spriitualità domenica 23 novembre

Viviamo in un contesto storico in cui le fratture sociali ed ecologiche sognano il tempo, ed il progetto ha voluto accendere un’urgente riflessione: esiste un modo diverso di abitare il mondo. Il tema centrale del progetto si ispira al concetto di riparazione proposta nell’enciclica Laudato Sì di Papa Francesco: riparare ciò che è fragile, non solo edifici, ma comunità, territori, memorie e legami. 

Il progetto si è rivelato un vero e proprio cantiere a cielo aperto, dove protagonista non è stata l’architettura in sé, ma la percezione delle persone che l’hanno attraversata. 

Alla base, l’idea che gli spazi prendono vita grazie a chi li abita, infatti, studenti, architetti, restauratori, artigiani, volontari, abitanti del quartiere e visitatori internazionali sono stati invitati a partecipare a laboratori e spazi di dialogo.

Giovanna Zabotti, curatrice del Padiglione della Santa Sede per l’edizione della Biennale 2025, ha spiegato il senso del padiglione: «Il Padiglione della Santa Sede risponde con un progetto di riparazione e di intelligenza comunitaria, un cantiere che lavora con tanti linguaggi a diversi livelli. Le persone si incontrano e hanno modo di socializzare insieme». 

Anche l’Istituto Universitario Salesiano Venezia (IUSVE) tra i soggetti coinvolti nel progetto. Alcuni studenti hanno infatti collaborato attivamente, dalla gestione dei contenuti e della documentazione fotografica, alle attività di mediazione con il pubblico.

Gli studenti hanno anche avuto l’opportunità di collaborare con lo studio Herrera, realtà messicana di graphic design attiva nel panorama artistico e culturale internazionale. Aurelio Chinellato, docente Iusve, racconta così il lavoro condiviso: «La comunicazione si fonda sul principio di essere universale e quindi possibilmente parlare a diverse latitudini senza differenziazione. La collaborazione degli studenti IUSVE con lo Studio Herrera si è basata proprio su questo assioma, su questa piattaforma di linguaggio unificante. Il risultato ha portato a una grafica coordinata, con un progetto di lettering, cromie e composizione geometrica, legati al tema Opera Aperta, dove la somma degli apporti individuali ha dato un prodotto coeso su tutti i canali.»

Opera Aperta si conclude, ma lascia in eredità un nuovo modo di guardare all’architettura: non come semplice costruzione, ma come gesto consapevole e inclusivo, che valorizza il mondo esistente e le persone che lo abitano.

Alessia Fattorel per Cube Live

Condividi questo contenuto con:

To top