L’associazione “26 settembre 1944 – Vittorio Andolfato” di Bassano del Grappa ha promosso una ricerca sui “sentimenti democratici” degli adolescenti in collaborazione con Villa Angaran San Giuseppe – Adelante, l’Associazione Occhi Aperti per costruire Giustizia realizzata con il supporto scientifico dell’Osservatorio Giovani e Futuro dello Istituto Universitario salesiano di Venezia (IUSVE).
L’indagine, presentata nel dicembre 2025, ha coinvolto un campione statisticamente rappresentativo di 1.660 studenti delle scuole superiori e dei centri di formazione professionale del bassanese e dell’Altopiano dei Sette Comuni (una quota molto ampia degli oltre 10.000 giovani tra i 14 e i 18 anni), insieme a un ulteriore campione statisticamente rappresentativo di adulti residenti nello stesso territorio al fine di verificare le distanze generazionali.
Il progetto è nato dalla necessità di andare oltre gli stereotipi che circolano sul rapporto delle giovani generazioni con la democrazia e la politica. Con l’espressione “sentimenti democratici” i ricercatori Valerio Belotti e Massimo Lazzarotto (responsabili scientifici), Cristina Beltramello, Giulia Bizzotto, Patrizia Bonin, Antonella Crestani, Marco Lo Giudice e Gilda Nicolini intendono quell’intreccio mutevole di emozioni, percezioni e consapevolezze che si provano nei confronti del bene comune, della convivenza pacifica e della giustizia sociale. La ricerca si è articolata in diverse fasi: focus group con 39 adolescenti nella primavera 2025, seguiti dalle due indagini campionarie attraverso questionari standardizzati compilati nelle aule scolastiche tra settembre e ottobre.
I risultati contraddicono molti stereotipi. La democrazia è considerata dagli adolescenti irrinunciabile e descritta con parole come popolo, libertà, uguaglianza e diritti. Il 73% ritiene il voto importante e il 46% considera la democrazia sempre preferibile a regimi autoritari, anche se il 20% ammette che in emergenze potrebbe servire un “uomo forte”. Le principali criticità individuate riguardano la lentezza decisionale e soprattutto lo scarso impegno e l’individualismo diffuso dei cittadini, più che le istituzioni stesse.
I partiti sono ritenuti indispensabili ma godono della più bassa fiducia tra le istituzioni, rivelando un paradosso significativo. Sorprendentemente, il 54% degli studenti si oppone al voto ai sedicenni, temendo l’eccessiva influenzabilità dei coetanei da parte degli adulti e dei social media, una sorta di autocritica generazionale. Il 93% chiede che a scuola si insegni a gestire i conflitti e dialogare costruttivamente, evidenziando come la classe sia il luogo privilegiato dove si sperimenta quotidianamente la democrazia con le sue complessità.
Sul fronte della parità di genere emergono profonde divergenze: il 57% delle ragazze ritiene si sia fatto ancora poco, contro il 21% dei ragazzi, e persistono stereotipi significativi, con il 61% che considera la bellezza più importante per le ragazze e il 25% dei ragazzi che ritiene la donna parzialmente responsabile della violenza subita. Sull’immigrazione gli adolescenti mostrano posizioni più chiuse degli adulti, con il 28% che ritiene se ne accolgano già abbastanza e il 25% favorevole al respingimento. Il 44% dichiara di voler vivere all’estero dopo gli studi.
La partecipazione sociale è significativa: solo il 15% non è associato ad alcun gruppo, mentre il 50% partecipa a tre o più associazioni sportive, culturali, di volontariato. Il 57% si informa regolarmente sulla politica, il 45% ne discute e il 10% partecipa ad attività politiche, sfatando il mito del disinteresse totale. Si tratta di forme meno visibili e istituzionali rispetto al passato, più informali e legate ai social.
La ricerca restituisce l’immagine di una generazione consapevole, con ambivalenze e zone d’ombra, ma non così lontana dagli orientamenti democratici degli adulti come vorrebbero alcune narrazioni correnti.
Alessia Fattorel per #Cubelive