Dal 1 al 4 luglio 2025, l’Istituto Universitario Salesiano Venezia (IUSVE) ha partecipato all’European Congress of Psychology a Paphos, Cipro, uno tra i principali appuntamenti internazionali dedicati alla ricerca e al confronto sul benessere psicologico, presentando ben sette contributi scientifici che hanno catturato l’interesse della comunità internazionale.
Tra i progetti presentati, “Oltretutto”, ideato da Chiara Franceschi, laureanda in Psicologia clinica e dinamica, con la supervisione del prof. Davide Maria Marchioro, ha proposto un percorso pensato per aiutare gli studenti ad affrontare ansia, stress e insicurezze.
Ciò è stato possibile grazie alla figura del “Maestro”, protagonista della narrazione che intraprende un viaggio simbolico in un bosco misterioso, metafora delle sfide interiori di ognuno: un percorso per affrontare paure, riscoprire il proprio potenziale e imparare ad accogliere anche le fragilità.
Lo studio è stato condotto su 33 studenti universitari e ha dimostrato come “Oltretutto” favorisca una percezione corporea più realistica e una maggiore connessione mente-corpo. Questo approccio innovativo prevede che i partecipanti non si limitino ad ascoltare, ma vivano la storia in prima persona e la reinterpretino. In questo modo, ciò si rivela utile per sostenere il benessere psicologico, aiutando a gestire ansia e insicurezze e a promuovere una maggiore accettazione di sé.
Chiara Franceschi ci racconta: «Quando ho preso la parola al congresso, con il progetto Oltretutto, dentro di me ho sentito che stavo portando qualcosa di più di una ricerca: stavo condividendo un’esperienza viva. Ho avuto la sensazione che molte persone si siano riconosciute in ciò che raccontavo, così come è accaduto a me: nel dar vita alla storia del “Maestro” mi sono resa conto che, in fondo, stavo raccontando anche la mia. – ci confida – Mi sono sentita piccola per l’emozione, ma grande per il cammino fatto fin qui. Accompagnata da un docente che ha saputo rispettare e valorizzare ogni mia intuizione, il professor Davide Maria Marchioro, ho potuto sperimentare cosa significhi davvero “fare ricerca”: mettersi in gioco, rischiare, ascoltare i dati ma anche le emozioni, gli sguardi, i silenzi. Oltretutto dimostra che è possibile fare scienza senza tradire la complessità dell’umano. Le ricadute sono importanti: in un tempo in cui il disagio psicologico tra gli studenti cresce, questo progetto propone un modello di intervento accessibile, replicabile e trasformativo. – conclude dicendo – Se oggi mi chiedessero cosa significhi per me “fare ricerca”, risponderei così: “significa ascoltare anche ciò che non ha ancora parole, e costruire uno spazio in cui anche quel silenzio possa diventare conoscenza”… perché soltanto così si può andare oltre. Oltre le difese, oltre le apparenze… Oltretutto!»
Ciò che rende questo progetto ancora più straordinario è il fatto che a presentarlo sia stata proprio una studentessa IUSVE ancora in formazione. Il contributo di Chiara Franceschi, pur essendo una laureanda, è stato selezionato e ritenuto così rilevante da essere portato su un palco internazionale altamente competitivo e riservato, di solito, a ricercatori già affermati. Un riconoscimento che conferma la qualità e l’originalità del lavoro.
Alessia Fattorel, per #CubeLive