In Val di Sole la la prima Summer School “Oggi per essere futuro” con il contributo dello IUSVE

Si terrà a Trento e a Pellizzano (Val di Sole) dal 19 al 26 luglio. la prima edizione della Summer school interuniversitaria denominata “Oggi per essere futuro” e promossa dal Sophia University Institute, ateneo internazionale con studenti e docenti provenienti da quattro continenti, in collaborazione con Istituto Salesiano di Venezia (IUSVE), Cattedra UNESCO dell’Università Cattolica di Milano, Dipartimento di Psicologia e Scienze cognitive dell’Università di Trento, Centro Studi CARE dell’Università Cattolica di PiacenzaNGO New Humanity in General Consultative Status ONU.

Più di 50 giovani accompagnati dai loro docenti universitari si ritroveranno per una settimana di dialogo sul proprio futuro personale e professionale. In un contesto liquido e disorientato come quello attuale, scegliere la strada “giusta” risulta un’impresa ardua, fonte di ansia e stress, perché non è in gioco solo il proprio destino lavorativo, ma il senso stesso della propria esistenza. Formarsi a una cultura di pace è più di un doveroso impegno al rispetto e alla convivenza civile: è dar voce a quella vocazione intima e comunitaria che attraversa la vita in tutti i suoi aspetti.

I giovani della Summer school si confronteranno con diverse esperienze stimolanti, tra cui quella di Vito Alfieri Fontana, che ha venduto la sua fabbrica di mine antiuomo per dedicarsi, per 17 anni, alla bonifica dei Balcani dai ‘frutti maledetti’ che egli stesso aveva contribuito a disseminare.

«Il futuro è oggi e sta per concretizzarsi in programma che abbiamo lungamente pensato e rivisto – ha spiegato Michele De Beni, docente all’Istituto Universitario Sophia e coordinatore della Summer School – riprendendo una bella frase della canzone di Michele Gazich  (Civil War): “Dio sopravvive nei dettagli/ nelle crepe dei centri commerciali”. Forse anche noi abbiamo cercato di scorgere quella Luce ad ogni nostro passo, nei fondamentali, nei dettagli che sappiamo importanti ma che l’essenziale, però, è invisibile agli occhi».

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